Quando si acquista una casa, o anche quando si effettua una ristrutturazione, è molto probabile che sia necessario mettere in conto il rifacimento dell’ impianto elettrico.
Sarà necessario rifare l’impianto elettrico se quest’ultimo non risulta a norma di legge e di conseguenza può essere pericoloso oltre che costoso, dal momento che un impianto elettrico obsoleto non assicurerà sicuramente la giusta efficienza energetica, fondamentale per il rispetto dell’ambiente e per contenere il costo delle bollette.
Quando è il caso di rifare l’impianto elettrico?
È il caso di ristrutturare l’impianto elettrico, se quest’ultimo non è a prova della normativa CEI – Comitato Elettronico Italiano. La legge impone di allegare ai documenti di acquisizione o di affitto di una abitazione anche un certificato energetico che indichi le prestazioni energetiche dell’immobile.
Anche in tutti i casi in cui l’impianto elettrico è danneggiato per via dell’umidità presente in molte case o semplicemente usurato negli anni, è il caso di sostituirlo con un impianto elettrico affidabile.
Qualche volta l’occasione di rinnovare un impianto elettrico ormai vecchio sorge in caso di riorganizzazione dell’arredamento: la disposizione di punti luce ed illuminazione andrà logicamente adattata alle nuove disposizioni di mobili e complementi d’arredo.
Come mettere a norma un vecchio impianto elettrico?
Rifare un impianto elettrico senza rompere i muri è pressoché impossibile, in quanto sarà necessario effettuare delle opere murarie per inserire i corrugati dove passeranno i fili del nuovo impianto.
Un impianto elettrico a norma di legge rispetta i seguenti parametri:
– Dovrà avere un salvavita, fondamentale per bloccare il flusso elettrico in casi di folgorazione. Si tratta di un interruttore con relè differenziale che controlla le correnti di dispersione che si possono verificare in seguito ad un guasto dell’impianto o di un elettrodomestico e nel caso pericoloso di contatto con un cavo in tensione.
– Dovrà avere interruttori magnetotermici , che hanno la funzione di proteggere l’impianto da cortocircuiti e sovraccarichi.
– I lavori devono essere fatti da professionisti del settore registrati alla camera di commercio.
– I cavi dovranno essere bilanciati sulla portata dell’impianto elettrico.
– Ci deve essere la “messa la terra”, che disperde nel terreno il flusso elettrico.
– I moduli del cavo elettrico devono contenere le varie utenze in maniera differenziata.
La normativa per la messa a norma di un impianto, consente di ottenere delle detrazioni fiscali qualora tutti i parametri vengano messi a punto.
Quanto costa rifare un impianto elettrico?
Naturalmente il costo di un impianto elettrico varia a seconda dell’intervento, se si tratta di manutenzione ordinaria o straordinaria, e chiaramente in base alla dimensione della superficie da ricoprire. Gli interventi sopradescritti, ad esempio, rappresentano mediamente circa un terzo del costo complessivo per un impianto elettrico di ultima generazione. Inoltre, non bisogna tener conto solo dei lavori di muratura in sé ma anche della successiva tinteggiatura delle pareti e di altri interventi collaterali, oltre al prezzo dell’acquisto e del montaggio dei materiali.
Un impianto elettrico a norma è fondamentale per la sicurezza e per il risparmio ambientale. Naturalmente avrà dei costi proporzionati all’entità dei lavori. Se ciò che vi interessa è invece un impianto domotico, ma l’entità dei costi e soprattutto dei lavori murari vi spaventa, vi consigliamo un preventivo gratuito per un impianto domotico wireless, applicabile senza alcun intervento a centraline e cavi elettrici.
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