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Identificazione Ospiti in Strutture Ricettive: le Associazioni di Categoria Propongono un Modello Tecnologico a Distanza
Roma, 16 aprile 2025 – In data odierna, dodici associazioni rappresentative del settore immobiliare turistico – tra cui FIAIP, Pro.Loca.Tur, Confassociazioni RE, Property Managers Italia, OspitaMi, Host+Host, Host Italia, Bre-VE, MyGuestFriend, ABBAV, Bisogna &ssere Bravi e Altea – hanno trasmesso al Ministero dell’Interno un documento tecnico in risposta alla Circolare del Capo della Polizia, Prefetto Vittorio Pisani, emessa il 18 novembre scorso e concernente le modalità di identificazione degli ospiti alloggiati presso strutture ricettive, con particolare riferimento all’obbligo di riconoscimento “de visu” dell’inquilino.
Nel documento, le associazioni firmatarie hanno espresso disponibilità a collaborare con le istituzioni per definire uno standard operativo conforme alle esigenze di pubblica sicurezza, ma al contempo sostenibile e compatibile con le dinamiche operative del settore delle locazioni turistiche.
Tecnologia a supporto dell’identificazione remota
La memoria tecnica depositata sottolinea come le attuali tecnologie consentano, in modo affidabile, sicuro e conforme alla normativa sulla protezione dei dati personali, l’identificazione dell’ospite a distanza, attraverso soluzioni quali:
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Verifica in tempo reale tramite videoconferenza o registrazione video guidata;
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Confronto biometrico tra fotografia del volto e documento di identità;
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Sistemi di scansione documentale certificati;
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Applicazioni di identificazione tramite intelligenza artificiale e OCR (riconoscimento ottico dei caratteri).
L’introduzione di procedure digitali certificate e standardizzate, secondo le associazioni, consentirebbe il pieno rispetto dei requisiti di legge senza comportare oneri sproporzionati per i proprietari di immobili, agenti immobiliari o property manager, riducendo al contempo i margini di errore e di elusione normativa.
Un appello alla semplificazione normativa
“Abbiamo proposto – dichiarano congiuntamente i rappresentanti delle associazioni – un modello identificativo a distanza che sia tecnologicamente avanzato ma semplice da implementare. Riteniamo che, attraverso un confronto strutturato con le autorità competenti, sia possibile individuare soluzioni attuabili e condivise, evitando aggravamenti procedurali.”
Le associazioni sottolineano inoltre che l’introduzione di processi di identificazione eccessivamente burocratici o rigidi rischia di produrre l’effetto opposto a quello desiderato, generando irregolarità involontarie e incentivando pratiche di illegalità diffusa.
“Uno standard operativo snello e chiaro favorisce l’adesione e la tracciabilità. Al contrario, una normativa eccessivamente complessa diventa un deterrente al rispetto delle regole”, concludono i firmatari.
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